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Su LEFT Filippo La Porta parla di Mardjan


Metti una sera a Zanzibar

Riccardo de Torrebruna con MARDJAN (Ensemble) ha scritto un romanzo che finge di essere un film che finge di essere un romanzo. Un libro al tempo stesso scorrevole e straniante. C’è un regista, Gabriel, che muore ma poi scopriamo che era tutta una finta… mi fermo qui, per non rovinare la suspense. Una troupe francese va in Zanzibar a girare un B-movie di spionaggio, Madjan, e poi lì avviene un delitto, che si intreccia con storie di spionaggio, trame politiche, giri loschi, oscure gelosie. Pur essendo lungo quasi 600 pagine il libro ha ritmo e disegna personaggi credibili. La grande invenzione del romanzo è il detective nero, Milton, profilo scultoreo, ispettore del Dipartimento criminale di Stone Town, capitale dello Zanzibar. Nel dialogo con l’ispettore (corrotto) Willey questi gli dice: «Vaffanculo, non fare il negro buono con me. Chi ti credi di essere, Denzel Washington?». È un omaggio al cinema, almeno a John Ford e a John Houston, e poi a Wenders. Ma viene citato anche Rambo III e l’attore Chuck Norris. Inoltre Maigret, una parte del romanzo si svolge a Pigalle. Il libro somiglia a una rilettura postmoderna di Conrad contaminato però dall’hard boiled. La pioggia, anche quando non c’è, è la protagonista del libro. All’inizio si dice che l’umidità di Zanzibar è così intensa da sembrare pioggia e poi a un certo punto leggiamo che la pioggia si stacca dal cielo e si scatena come se una diga invisibile avesse ceduto di schianto. Certo, il rifacimento, la parodia o ironia, ma se i fondali sono di cartapesta le passioni sono autentiche, «schegge di corallo che grondano sangue». Come se l’autore ci dicesse: attenti, non c’è più niente da raccontare in questo Occidente sfinito, terminale, estenuato, e allora proviamo a trasferirci in Africa, un’Africa oscillante tra depliant turistico e una descrizione d’ambiente precisa, quasi Ebano di Kapuscinski: La sua Africa è immaginaria eppure certe descrizioni ci restano impresse, tutti quei tetti di lamiera e casupole con sciami di bambini…

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